Economia che passione!

“Il desiderio di conoscenza, come la sete di ricchezze, aumenta sempre con l’acquisizione della stessa”
– Lourence Sterne –

Aumenta la fame di sapere, l’economia sta diventando popolare. Un sondaggio, realizzato da Tns Sofres per la Banque de France registra che il 60% delle persone si informa regolarmente sui temi macro-economici: un balzo del 15% rispetto agli anni passati. Complice la crisi, aumenta sempre di più l’interesse verso finanze pubbliche, investimenti, risparmio, inflazione.

Oggi tutti sanno, o vogliono sapere, un po’ di economia, non a caso libri, giornali e trasmissioni che coprono le notizie di questo settore sono sempre più seguiti. A proposito, interessante è il libro di Thomas Piketty, “Il capitale del XXI secolo”, che ha venduto 150 mila copie solo in Francia.

Al primo posto nell’interesse degli apprendisti economisti è il tema dell’inflazione, seguito da analisi e notizie sul Welfare e, al terzo, dalla salute dei conti pubblici. La macroeconomia prevale insomma nell’attenzione dei cittadini, mentre la microeconomia piace ancora poco: meno di un quarto degli intervistati si dedica a capire andamento e previsioni per il mondo delle imprese.

Secondo il sondaggio, la passione per l’economia non riguarda tanto i giovani, poiché i principali fruitori delle notizie economiche sono le persone sopra i 50 anni, probabilmente ansiosi anche di gestire il loro patrimonio e preparare la pensione.

Obiettivo futuro è diffondere sempre di più la passione per l’economia nel nostro Paese e coinvolgere, in primis, i più giovani. Il progetto “Educazione finanziaria a scuola” di Aief è un programma ad hoc la cui mission è formare i docenti, in ambito finanziario-assicurativo, per far si che l’economia diventi popolare anche tra le future generazioni.

[Fonte: Repubblica]

Financial Education: The time is now!

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Now! / Pagine di storia moderna è il mensile che diffonde informazione, alta formazione, educazione e aggiornamento, coinvolgendo la sinergia di forze culturali, sociali e politiche per garantire l’accesso alla conoscenza.

Now! – Ora! E’ il momento di guardarsi intorno e comprendere la realtà che ci circonda. Coraggio e forza, le parole d’ordine per connotare una realtà che può essere riportata.

Nel primo numero di Ottobre, tra le pagine di Now!, ecco Aief, per rispondere alla domanda: “Cosa possiamo fare tutti noi per il nostro Paese? – Cominciamo dalla cultura dell’educazione finanziaria: potente carburante per promuovere l’empowerment della persona”.

«Le ultime valutazioni effettuate sugli studenti al termine del ciclo dell’obbligo, 15 anni, hanno evidenziato la grande difficoltà dei nostri ragazzi in ambito finanziario.

Le attuali deludenti performance degli studenti non sono l’unica conseguenza della scarsa cura dell’educazione in ambito finanziario, infatti, l’esiguità di formazione in questo strategico settore è anche una delle principali cause della perdurante crisi economica.

AIEF, libera associazione professionale di categoria, nasce con l’obiettivo di diffondere la cultura dell’educazione finanziaria, attraverso la formazione e promozione della figura dell’EDUCATORE FINANZIARIO, professionista capace di analizzare i bisogni della persona in ambito finanziario, di promuovere l’empowerment della persona e di progettare interventi formativi specifici e mirati.

Il nuovo profilo professionale, in linea con la Legge 4/2013, sarà presentato ufficialmente in un CONVEGNO ORGANIZZATO DA AIEF, presso la Camera dei Deputati di Roma il prossimo 6 Febbraio, alla presenza delle Istituzioni e dei componenti del Comitato Tecnico Scientifico, esponenti di importanti Istituzioni Universitarie italiane, quali la SDA Bocconi School of Management, l’Università di Parma, l’Università di Trento, l’Università Bicocca di Milano.

Il primo passo è dare impulso allo sviluppo delle competenze e conoscenze in ambito finanziario nel sistema scolastico, per cui AIEF mette in campo un PROGRAMMA GRATUITO DI EDUCAZIONE FINANZIARIA A SCUOLA, volto a promuovere l’alfabetizzazione in ambito economico per permettere di conoscere gli elementi chiave del sistema economico».

[Fonte: Rivista mensile-Now!]

L’Educazione Finanziaria arriva al JOBORIENTA

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Aief insieme alla Regione Campania, USR per la Campania, e Confindustria Campania, è in prima linea al JOB&Orienta di Verona a favore della diffusione di programmi volti ad implementare le competenze economico finanziarie, di cui il nostro Paese ha urgentemente bisogno, affinché possa presto allinearsi agli alti standard europei.

Giunto alla 24esima edizione, JOB&Orienta è il più grande salone nazionale sull’orientamento, scuola, formazione e lavoro.

Il Salone prevede un fitto calendario di appuntamenti culturali tra convegni e dibattiti, incontri e seminari, alla presenza di autorevoli esponenti del mondo dell’economia, della politica e dell’imprenditoria, destinati sia agli addetti ai lavori che ai giovani e alle famiglie.

La rassegna espositiva si sviluppa in due aree tematiche: la prima, dedicata al mondo dell’istruzione e la seconda, riservata all’università, alla formazione e al lavoro.

Altissimo è il rilievo e l’accreditamento dell’evento, basti citare alcune illustrissime collaborazioni e patrocini: Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dello Sviluppo Economico, Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La loro partecipazione attiva e vivace rende grande la manifestazione, fino a identificarla nel panorama nazionale come la più importante mostra-convegno.

Dal 20 al 22 novembre … See you in Verona! Do not miss this appointment!

Maggiori info http://www.joborienta.info/it/

Risparmi: gli italiani scelgono il materasso, perché?

C’era una volta il materasso…

Andando a ritroso nel tempo, all’epoca dei nostri nonni, i pochi e preziosi risparmi erano gelosamente custoditi sotto stretto controllo personale al riparo da colpi di mano, il materasso e il battiscopa erano le casseforti del tempo.

Sembra di raccontare un’Italia antica e lontana, come nei film di Totò, eppure la realtà moderna è persino più colorita. Ancora oggi dormiamo su materassi di bigliettoni! È l’Italia del risparmio fai da te, gestito senza intermediari, finanziari e consulenti, un risparmio che rende interessi zero, che perde ogni anno il valore dell’inflazione. Il 65% degli italiani pensa che sia meglio tenere i propri risparmi liquidi ma soprattutto il 32% degli italiani alla domanda su quale sia la migliore forma d’investimento tra immobili, strumenti finanziari sicuri e strumenti finanziari a rischio, risponde “nessuno”. Meglio non investire affatto, il che è diverso da “meglio non risparmiare”, perché solo l’8% degli italiani pensa che sia meglio spendere tutto subito e godersi la vita. Gli italiani rimangono risparmiatori, nonostante le difficoltà. Però il problema è che non sanno come impiegare i soldi risparmiati. Non negli investimenti a rischio, ne diffidano fortemente, li sceglie solo l’8% dei risparmiatori. Un po’ meglio gli strumenti finanziari sicuri, mentre il mercato immobiliare ha perso ogni appeal. Così, muri, materassi e intercapedini segrete diventano i nuovi forzieri, anche al tempo della finanza virtuale.

Tirando le somme, il contante vagante risulta in continuo aumento. Si tratta di più di un italiano su sei (dai 15 anni in su), pari al 29% della popolazione, che non ha un conto corrente e che preferisce tenere i soldi in casa, metterli nei libretti postali o affidarli a un familiare che ha il conto. In gergo vengono definiti “unbanked”, il popolo dei senza banca. Per capire a che punto della classifica in Europa si trovi l’Italia basti pensare che in Francia e Regno Unito, coloro che usano solo i contanti non superano il milione e mezzo. In Romania e Polonia sfiorano i 10 milioni. Non è un caso che questi Paesi precedano l’Italia anche per quanto attiene alla performance in financial literacy. Il binomio, crescita dell’alfabetizzazione finanziaria-crescita della fiducia negli investimenti e nei mercati è la chiave di volta per svuotare i materassi e riempire più redditizie e sicure forme di investimento.

[Fonti: Ipsos-Acri]

Sanità: da minimale a ottimale, come?

L’autorevole e completa indagine condotta periodicamente dal Censis, che monitora i cambiamenti della società, ci restituisce la fotografia di un Paese che comincia a prendere coscienza dell’assenza dello Stato sociale in ambito previdenziale e sanitario.

Qualcosa sta cambiando, dunque, e i mutamenti più evidenti emergono soprattutto nell’ambito della sanità.
Secondo il Censis, il 49% degli italiani giudica inadeguati i servizi sanitari offerti dalla propria regione, ma la percentuale si riduce significativamente al Nord-Est (27,5%) e aumenta nettamente al Sud (72%). Seppure la maggioranza degli italiani ritenga che il Servizio sanitario della propria regione sia rimasto uguale negli ultimi anni, in particolare al Nord-Est (70%), il 38,5% rivela un peggioramento, e ad avere questa opinione sono soprattutto i residenti del Mezzogiorno (46%).
A pesare sulla sanità pubblica sono soprattutto i tempi lunghi, per cui, spesso, la scelta della visita privata diviene obbligata. Ad esempio, per eseguire una prima visita oculistica in una struttura pubblica il ticket costa 30 euro e c’è da aspettare mediamente 74 giorni, mentre nel privato, pagando in media 98 euro, si aspettano 7 giorni. Una visita ortopedica nel sistema pubblico costa 31 euro di ticket con 34 giorni di attesa, nel privato 104 euro e occorrono 5 giorni per avere l’appuntamento.
In sintesi, se si vogliono accorciare i tempi di accesso allo specialista, bisogna pagare. È anche per questo che la «Schengen della sanità» potrebbe attirare sempre di più: sono complessivamente 1,2 milioni gli italiani che si sono curati all’estero per un grave problema di salute.

Questo, insomma, il quadro delineato. Ci sono alternative? È ancora possibile poter accedere a servizi di qualità in tempi rapidi? Sicuramente è possibile e la soluzione arriva dalla sanità integrativa, cui, ancora, pochi italiani pensano, ma che, nel resto d’Europa, è già un pilastro importante del welfare.

Dal diritto alla cura al diritto alla salute e oggi al diritto alla qualità della vita, ciò è possibile con un capillare e costante lavoro di informazione in ambito economico e finanziario.
Come sul fronte della previdenza, anche il sistema sanitario è profondamente cambiato rispetto al passato ed è facile prevedere, per il futuro, che la spesa privata dovrà sempre più sopperire alle mancanze del pubblico. Per questo è importante che gli italiani scelgano di tutelarsi con formule di sanità integrativa da attivare nel momento del bisogno, salvaguardando il proprio reddito.

[Fonte: Il Sole 24 Ore]