AIEF è nell’elenco delle Associazioni Professionali che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi

Garanzia di trasparenza delle attività e degli associati, servizi professionali e di qualità al cliente, dialettica democratica tra gli associati, osservanza dei principi deontologici, promozione della formazione permanente dei propri iscritti, adozione di un codice di condotta.

Per queste e tante altre qualità AIEF – Associazione Italiana Educatori Finanziari – è stata ufficialmente inserita nell’Elenco delle Associazioni Professionali che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi previsto dalla nuova disciplina (legge n.4/2013) che ha uniformato le professioni non organizzate in ordini o collegi.

La nuova norma (art.2, comma 7) prevede che sia pubblicato sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico l’elenco delle associazioni professionali che dichiarano di possedere le caratteristiche previste dall’articolo 2 e dagli articoli 4 e 5.

http:/www.sviluppoeconomico.gov.it/index.php/it/?option=com_content&view=article&viewType=1&id=2027486&idarea1=1934&idarea2=0&idarea3=0&idarea4=0&andor

Le Associazioni che rilasciano l’attestato di qualità dei servizi si conformano alle finalità che la legge rimette alle associazioni, anche per consentire agli utenti e agli stessi professionisti la conoscenza di elementi utili sugli organismi che, tra gli altri, riuniscono gli operatori del mercato dei servizi professionali.

AIEF garanzia di qualità, trasparenza e professionalità. Tale investitura conferma l’importanza deontologica della formazione continua che l’iscrizione al Registro Educatori Finanziari assicura, anno per anno.

Questa è una grande giornata e siamo lieti di condividere con tutti voi questa magnifica notizia!

Fondi pensioni: necessario puntare sull’Educazione Finanziaria

Strumento formidabile, a basso costo, con un forte credito fiscale: sono i fondi pensione … peccato che sono ancora pochi gli italiani che li utilizzano.

La COVIP, la relazione dell’autorità di vigilanza sui fondi pensione, mette a disposizioni i dati mediante i quali si evince che la pensione, calcolata con il metodo contributivo, sarà del 50% circa dell’ultimo stipendio, per questo è importante cominciare a pensarci sin da subito, affinché si possa garantire una vecchiaia serena ai pensionati di domani.

Il patrimonio dei fondi pensione è investito soprattutto in obbligazioni governative. Alla fine del 2013 il patrimonio delle forme pensionistiche complementari era per il 61% impiegato in titoli di debito, percentuale stabile rispetto al 2012; i quattro quinti delle obbligazioni totali era formato da titoli di Stato. L’esposizione azionaria, calcolata includendo anche i titoli di capitale detenuti per il tramite degli OICR, è salita al 24,9%. Ma, con il forte calo dei rendimenti delle obbligazioni degli ultimi anni, nel prossimo futuro i fondi pensione avranno grossi problemi nel garantire un rendimento soddisfacente. Solo con quote maggiori di azioni, sarà possibile avere delle pensioni degne di questo nome.

A emergere dalla relazione COVIP è il dato relativo alla partecipazione dei giovani: solo il 15% delle forze lavoro con meno di 35 anni è iscritto a una forma pensionistica complementare, nonostante sia stata confermata più volte come la forma più conveniente rispetto a tutte le alternative. Il tasso di partecipazione sale al 23% per i lavoratori di età compresa tra 35 e 44 anni e al 30% per quelli tra 45 e 64 anni. Nel complesso, l’età media degli aderenti è di 45,2 anni, rispetto ai 42,1 delle forze di lavoro.

L’unica soluzione per far sì che il quadro su descritto possa, nell’immediato futuro, cambiare è rafforzare e arricchire le nostre conoscenze finanziarie, capire cosa sia la previdenza complementare per trarne i tutti vantaggi possibili, avere gli tutti gli strumenti per scegliere in autonomia le forme di risparmio disponibili. Con la conoscenza sarà anche possibile trasformare la diffidenza verso i mercati finanziari in confidenza e fiducia.

Il ruolo della cultura finanziaria è importantissimo. In un Paese cresciuto troppo rapidamente come reddito e ricchezza per poter studiare attentamente il mondo della finanza complementare, bisogna partire dal basso, dalle scuola elementare e media e da qui partire per diffondere in maniera capillare tematiche economico-finanziarie a tutti gli strati e in tutti i settori della società.

[Fonte: COVIP]

Mobile payment: un passo verso la digitalizzazione e la modernizzazione

L’esigenza di una più ampia diffusione dell’educazione finanziaria è cresciuta nei Paesi in via di sviluppo come conseguenza della rapida crescita industriale e della necessità di “bancarizzare” larghi strati della popolazione. Nei Paesi industrializzati è invece conseguenza dello sviluppo dei mercati finanziari, della crescente complessità dei prodotti disponibili, dei cambiamenti demografici, economici e politici. Il progresso tecnologico, l’innovazione finanziaria e l’integrazione dei mercati internazionali hanno influito sul lato dell’offerta, ampliando la gamma di prodotti e strumenti disponibili.

Digitalizzazione e modernizzazione del Paese – così Camillo Vanesio, presidente del Comitato Pagamenti dell’Abi dà il via al progetto nazionale per favorire lo sviluppo in Italia dei micropagamenti e in particolare dei mobile payment – per allinearsi al resto d’Europa, molto più avanti in termini di sviluppo e innovazione tecnologica.

Favorire lo sviluppo dei pagamenti mobile significherebbe ridurre la circolazione di denaro contante che in Italia rappresenta tuttora lo strumento più utilizzato, oltre che il più costoso per la collettività.
Nel nostro Paese, infatti, i costi di gestione del contante sono stimati in 8 miliardi l’anno, pari allo 0,52% del PIL contro una media europea inferiore al 60%, che nei paesi nordici scende sotto il 40%.

Innovazione – Sviluppo – Progresso. Partiamo dalle basi: capillare diffusione di solide competenze.

[Fonte: Il Sole 24 Ore]

Stabilità e Job Act: le proposte del CoLAP

Il CoLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali) ha presentato al Vice Ministro Morando, al relatore del Job act Cesare Damiano e a quello della Stabilità Mauro Guerra le proposte di emendamento alla legge di Stabilità relativi alla revisione del “regime dei minimi” e al blocco dell’aliquota contributiva, rivolte ai professionisti e alle professioniste associative, in particolare alle partite iva.

Il Presidente CoLAP Emiliana Alessandrucci afferma: «Abbiamo lavorato in un’ottica di fattibilità, la gran parte delle nostre proposte sono a costo zero e per quelle onerose abbiamo tentato di produrre una copertura; ma il problema non possono essere solo i numeri, la quadratura dei conti, vanno fatte delle scelte politiche e su queste occorre costruire la sostenibilità. Ciò che ci infastidisce di più è la sensazione di non essere tenuti in considerazione malgrado sia ormai acclarato che quella delle partite Iva sia una realtà vasta e importante per il Paese».

«Il regime de minimi proposto, – spiega Alessandrucci ¬– pur condividendone l’impostazione relativa alla distinzione tra commercio, professioni e produzione con le relative redditività, ha delle parti importanti che vanno riviste: la divisione delle categorie, le soglie, la percentuale e i requisiti stabiliti; abbiamo fatto una proposta che tenta di non penalizzare troppo i professionisti pur rispettando l’esigenza per lo Stato di fare “cassa”».

L’azione del CoLAP mira a liberare il Paese «dai lacci» per riprendere a crescere. Gli emendamenti, infatti, parlano di facilitazioni fiscali, sostegno all’occupabilità dei liberi professionisti e di maternità e paternità flessibile, azioni che possono diventare un segnale di cambiamento e innovazione.

«È il momento di pensare al lavoro nel concetto più ampio – conclude la Presidente del CoLAP – e raccogliere le nostre istanze vuol dire pensare a una norma inclusiva ed efficace».

AIEF (Associazione Italiana Educatori Finanziari) e ASNOR (Associazione Nazionale Orientatori), associazioni aderenti al CoLAp, sostengono le istanze e confidano che questo contributo possa essere accolto.

[Fonte: Il Corriere della Sera]