L’esigenza di una più ampia diffusione dell’educazione finanziaria è cresciuta nei Paesi in via di sviluppo come conseguenza della rapida crescita industriale e della necessità di “bancarizzare” larghi strati della popolazione. Nei Paesi industrializzati è invece conseguenza dello sviluppo dei mercati finanziari, della crescente complessità dei prodotti disponibili, dei cambiamenti demografici, economici e politici. Il progresso tecnologico, l’innovazione finanziaria e l’integrazione dei mercati internazionali hanno influito sul lato dell’offerta, ampliando la gamma di prodotti e strumenti disponibili.
Digitalizzazione e modernizzazione del Paese – così Camillo Vanesio, presidente del Comitato Pagamenti dell’Abi dà il via al progetto nazionale per favorire lo sviluppo in Italia dei micropagamenti e in particolare dei mobile payment – per allinearsi al resto d’Europa, molto più avanti in termini di sviluppo e innovazione tecnologica.
Favorire lo sviluppo dei pagamenti mobile significherebbe ridurre la circolazione di denaro contante che in Italia rappresenta tuttora lo strumento più utilizzato, oltre che il più costoso per la collettività.
Nel nostro Paese, infatti, i costi di gestione del contante sono stimati in 8 miliardi l’anno, pari allo 0,52% del PIL contro una media europea inferiore al 60%, che nei paesi nordici scende sotto il 40%.
Innovazione – Sviluppo – Progresso. Partiamo dalle basi: capillare diffusione di solide competenze.
[Fonte: Il Sole 24 Ore]